All’indomani dello sciopero che ha coinvolto gran parte dei tassisti italiani, abbiamo intervistato il presidente dell’Uri Taxi Loreno Bittarelli.
Qual è stato il tema dell’incontro con il Governo, svoltosi mercoledi?
“Avevamo già valutato positivamente la convocazione di mercoledi perché era – almeno formalmente – un segnale concreto, da parte del governo di voler rispettare l’impegno con noi preso con il documento sottoscritto il 21 Febbraio. Dopo aver partecipato alla riunione e visto il testo del decreto interministeriale, abbiamo confermato la soddisfazione di massima per l’impostazione complessiva del provvedimento che parte dal presupposto di inquadramento giuridico, da noi fortemente e ripetutamente voluto, costituito dal riferimento al parere del consiglio di stato del dicembre 2015.”
Quali sono le prossime tappe della trattativa?
“Abbiamo anche richiesto ed ottenuto il termine congruo di dieci giorni per la presentazione delle modifiche al testo necessarie per i miglioramenti che abbiamo indicato come necessari. Lo sciopero di ieri è stato inspiegabile, perché del tutto incoerente e privo di motivazione rispetto ad un confronto in corso e privo di alcuna novità”.
In molte città era praticamente impossibile trovare un taxi disponibile…
“A Roma nel turno della mattina abbiamo registrato 550 macchine su 1.200, ma i partecipanti al corteo ai Fori imperiali erano molto pochi. C’erano più bandiere che persone. Significa che i tassisti non hanno lavorato soprattutto per paura di rappresaglie e di intimidazioni. La conferma dello sciopero proclamata dopo la convocazione del ministero per ieri sera diventa totalmente incomprensibile. Il confronto propositivo sta dando fino ad ora risultati accettabili e, fino a prova contraria, intendiamo portarlo avanti”.
E’ ottimista per l’esito di questo confronto?
“Il confronto propositivo sta dando, fino ad ora, risultati accettabili e, fino a prova contraria, intendiamo portarla avanti insieme alle altre sigle che non hanno aderito allo sciopero. L’invito è dunque quello dì lavorare regolarmente evitando di regalare ancora vantaggi a chi non spera altro, contando sul fatto che la categoria torni a mostrare un’immagine che non le appartiene”.